Minori Autori di Reato

LE TEORIE SULLA DEVIANZA

Per devianza si intende quell’insieme di comportamenti che infrangono un complesso di valori determinati storicamente e socialmente e che risultano validi e fondanti in base alla cultura dominante del gruppo. In quest’ottica “Il comportamento deviante può essere uno degli esiti del disagio adolescenziale e può essere considerata una espressione all’interno di un quadro sintomatologico più problematico, indicatore di sofferenza mentale o addirittura di un vero e proprio disturbo psicopatologico” (Della Rovere, 2017).

Per comprendere la devianza minorile non si può prescindere dagli studi riferiti a:

  • Aspetti fisici, bio-antropologici e genetici;
  • Aspetti psicopatologici e psichiatrici;
  • Caratteristiche differenziali di ordine psicologico;
  • Condizioni sociali;
  • Condizioni familiari;
  • Caratteristiche delle sottoculture di appartenenza;

Ci concentreremo in particolare sull’analisi dei fattori psicologici, sociali e familiari.

Alla luce di numerosi studi, non è possibile affermare un legame di causalità diretta tra malattia mentale e comportamento criminale, anche se alcune problematiche di natura mentale possono dare atto a comportamenti aggressivi e talvolta violenti che potrebbero costituire reato.

Tra le problematiche mentali che più frequentemente possono collegarsi con comportamenti devianti sono sicuramente alcune forme di psicosi, in cui continue alterazione della personalità e rottura del rapporto con la realtà possono produrre condotte disordinate. Altre problematiche di personalità, come l’abuso di sostanze, la tossico dipendenza e l’alcolismo, possono essere causa diretta (sotto effetto di sostanze stupefacenti) o indiretta (reati commessi al fine di procurarsi la droga) di comportamenti devianti.

Alcuni studi psicologici, in particolare la Teoria della Frustrazione-Aggressività (Dollard et al., 1939), hanno messo in evidenza il collegamento tra comportamento aggressivo e criminalità o tra comportamento aggressivo e determinati tratti specifici di personalità, come ad esempio immaturità, anaffettività, sviluppi inadeguati o parziali dell’Io e del Super Io e comportamento criminale (Johnson e Szurek, 1969) .

Un contributo importante deriva dalla categoria del “Delinquente per senso di colpa” di Freud, il quale sottolinea che, per alcuni soggetti, il delitto riesce ad alleviare ed attenuare il loro profondo senso di colpa legato alla fantasia inconscia ed edipica del “parricidio e dell’incesto.” Freud aveva riscontrato che, in alcuni autori di crimini, il senso di colpa era già molto presente prima di mettere in atto azioni criminale e non dopo. In questi casi, “l’esecuzione del delitto può portare alla pena e al sollievo psichico solo se il delitto è scoperto. Ciò spiega perché così spesso tali delinquenti commettono i loro delitti in modo da farli scoprire, e perché essi mostrino così spesso un desiderio irresistibile di confessare, a volte persino mentendo” (Freud, 1957).

Per quanto riguarda le ricerche sul rapporto tra educazione, ambiente familiare e criminalità minorile sono stati enucleati molteplici fattori causali, alcuni dei quali sottoposti a critiche:

  • Separazione dei genitori, divorzio legale o divorzio emotivo; quest’ultimo sembrerebbe maggiormente collegato con la devianza minorile in quanto confusivo e disorientante.
  • La qualità dell’attaccamento tra bambini e genitori (Bowlby, 1989);
  • Disgregazione familiare (Glueck S. e Glueck E., 1969);

Nessuno di questi fattori presi singolarmente è però in grado di spiegare in maniera esaustiva il comportamento deviante.

Per quanto riguarda gli studi sociologici, un contributo viene da Cohen (1955) che, nei suoi studi sulle bande giovanili, considera le subculture devianti come il risultato del conflitto fra classi medie e classi basse. I giovani appartenenti a queste ultime si trovano svantaggiati nel competere per le stesse mete culturali sviluppando cosi un rifiuto verso la società.

Secondo Matza (1969), la devianza ha la capacità di sollecitare risposte di controllo e di reazione sociale, in quanto, per gli adolescenti, il comportamento deviante è una delle modalità per rendere più evidente il loro messaggio (vedi anche analisi nazionale del CENSIS “attuali tendenze della delinquenza minorile”).

Alcuni studi psicologici, in particolare la Teoria della Frustrazione-Aggressività (Dollard et al., 1939), hanno messo in evidenza il collegamento tra comportamento aggressivo e criminalità.

ISTITUZIONI PER LA PRESA IN CARICO

Innanzitutto, per ciò che concerne l’aspetto giuridico, per poter procedere penalmente nei confronti di un minore è necessario che questi sia imputabile, ovvero che sia stata valutata la capacità del minore di essere dichiarato responsabile di un reato e essere sottoposto a una pena.

Ad oggi, in Italia, è imputabile solo chi ha la capacità di intendere e di volere; la legge penale stabilisce che i minori di 14 anni non sono imputabili (art. 97 c.p.), pertanto se commettono un reato non possono essere condannati ad una pena. Ai minori di 14 anni il giudice ha la facoltà di applicare solo una misura amministrativa (affidamento al servizio sociale o collocamento in comunità o istituto, ai sensi dell’art. 25 del R.D.L. 1404/1934) o una misura di sicurezza nel caso in cui venga accertata la pericolosità sociale del minore. Viceversa, è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, aveva già compito i 14 anni ma non i 18, se aveva la capacità di intendere e di volere (art. 98 c.p.).

L’USSM (Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni) può essere considerato come l’interlocutore principale dell’Autorità Giudiziaria minorile ed è parte attiva, in collaborazione con i Servizi Sociali e Socio-Sanitari territoriali, nell’applicazione ed attuazione delle misure penali sostitutive ed alternative della pena di cui alla legge 354/75 (Ordinamento penitenziario), della messa alla prova e di tutte le misure penali e di sicurezza con valenza socio-educative introdotte dal D.P.R. 448/88.

Il servizio si occupa di minori sottoposti a procedimento penale concorrendo:

– alle decisioni dell‟Autorità Giudiziaria minorile e alla loro attuazione;

– alla promozione e tutela dei diritti dei minorenni;

– alla prevenzione ed al recupero della devianza minorile, svolgendo la funzione di garante del progetto socio-educativo.

La maggior parte dei minori autori di reato è in carico agli USSM ed è sottoposta a misure da eseguire in area di residualità, per lasciare spazio a percorsi sanzionatori alternativi. Negli ultimi anni si sta assistendo ad una sempre maggiore applicazione del collocamento in comunità.

Erika Lucci

Daniele Vitale

Bibliografia

Bowlby J. (1989). Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento. Raffaello Cortina Editore: Milano.

De Leo, G. (1990). La devianza minorile: metodi tradizionali e nuovi modelli di trattamento. Nuova Italia Scientifica: Firenze

De Risio. A., Della Rovere P., Favale C,. Iacoella. S. (a cura di) (2017). Minori e giovani adulti autori di reato:  il complicato intreccio tra salute mentale e contesto penale. Alpes Italia: Roma

Freud, S. (1957). Criminalità da sentimento di colpa, in The standard edition of the complete psychological works of Sigmund Freud, Hogart Press: London.

Matza, D. (1976). Come si diventa devianti. Il Mulino: Bologna.

Sykes, G. M., & Matza, D. (1957). Techniques of neutralization: A theory of delinquency. American sociological review, 22(6), 664-670.

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