Tecniche di condizionamento e il loro potere sociale

Il brainwashing o lavaggio del cervello

“Il Mentale è lo sterminatore del Reale” (Besant, 1968). Il termine brainwashing si riferisce ad un nome collettivo, ad una scorciatoia verbale utilizzata per far riferimento ad una serie di specifici processi sociopsicologici che possono essere operativi quando il mestiere della mente viene impiegato per influenzare una o più persone.

Il lavaggio del cervello, mediante l’uso della forza o dell’astuzia, fa parte di una più vasta schiera di tecniche di condizionamento che vanno dai programmi televisivi al terrorismo (Taylor, 2011). Ciò che dobbiamo prendere in considerazione in quest’azione è anche l’entità, il tipo di coercizione come anche il relativo potere sociale detenuto sia dalla persona presa di mira, sia dal tecnico stesso; vengono distinti sei fonti di potere sociale: ricompensa, coercizione, legittimità, competenza, riferimenti e informazioni.

Il mestiere della mente può prendere di mira le credenze, le emozioni o il comportamento; può fare affidamento sul potere, sull’astuzia o sulla persuasione razionale; può sedurre, lusingare o obbligare, fare in modo che il bersaglio si senta disgustato, risentito o rassegnato, oppure gioioso, grato e investito di potere. Quello che sempre fa è: cambiare il cervello dell’individuo preso di mira, come fa ogni stimolo (ibidem).

Il concetto di brainwashing è sia cognitivo, sia affettivo poiché attiene alla sfera razionale e a quella affettiva. Esso evoca la paura di perdere il controllo di sé stessi, di essere usati e dominati da qualcun altro, di perdere la propria identità; attinge anche a un certo numero di idee che ognuno ha di sé. Il processo viene rafforzato quotidianamente ed è considerato più reale e più chiaro ogni giorno che passa (Hogan, 2010).

Possiamo portare un esempio pratico per dimostrare quanto detto a livello teorico; furono selezionati alcuni soggetti che, dopo essere stati manipolati, nonostante fossero consapevoli del potenziale danno fisico che potevano provocare alle vittime, applicavano degli elettrodi a queste ultime fino a somministrare le scosse. In questo esperimento, la vittima era stata istruita a denunciare la sua condizione cardiaca critica e a dichiarare che il suo cuore stava subendo troppo per via delle scosse: “Basta, fatemi uscire. Vi ho detto che ho problemi di cuore; il cuore inizia a darmi problemi” (Cialdini, 2009). Il 65 % delle persone continuò il proprio compito fino alla scossa massima.

L’ipnosi come manipolazione psicologica

L’ipnosi viene classificata come metodo psicologico piuttosto che fisiologico perché si tratta essenzialmente di una forma di concentrazione altamente focalizzata in cui una persona permette ad un’altra di strutturare l’oggetto della concentrazione, sospendendo al contempo giudizio critico e coscienza periferica (Singer, 1995).

Quando ci troviamo all’interno di gruppi questo diviene una forma di controllo mentale e manipolazione psicologica, poiché il leader o terapeuta inculca su una persona in stato di vulnerabilità, suggestioni che tendono ai propri scopi. Sono estremamente abili nell’osservazione e sono in grado di riconoscere nel comportamento del paziente variazioni anche minime che forniscono indizi importanti nei suoi interessi e capacità (Erickson et al., 1979). In ipnosi viene utilizzata prevalentemente la mente inconscia o subconscia. Molto è stato scritto sull’argomento dell’inconscio, del subconscio e del preconscio, ma l’idea che vogliamo sottolinearvi è questa: la mente inconscia è quella parte della mente che si occupa prevalentemente del pensiero simbolico nel quale non vi è alcun bisogno di un orientamento verso la realtà esterna, ma nel quale vi è la capacità di un tale orientamento (Erickson, 1987).

Stati alterati della coscienza durante l’ipnosi: la trance

La trance è uno stato in cui la nostra coscienza o la nostra consapevolezza viene alterata; la coscienza sembra frazionarsi e il pensiero critico e valutativo si indebolisce e quindi si passa da una modalità di elaborazione mentale attiva ad una modalità passiva e recettiva; questo vuol dire che ascoltiamo o guardiamo senza riflettere oppure senza valutare; sospendiamo l’analisi razionale, il giudizio indipendente ovvero il prendere decisioni coscienti su quanto stiamo assimilando. In sintesi ciò che accade è perdere i confini tra ciò che desidereremmo fosse vero e ciò che è fattuale; l’immaginazione e la realtà si intrecciano, il nostro sé e il sé degli altri sembrano più simili ad un unico sé. Spesso ci si riferisce agli stati di trance come a stati alterati di coscienza e possono avvenire durante l’ipnosi, nell’assoluto assorbimento che deriva dal leggere o ascoltare storie e durante la concentrazione profonda. Mentre ci troviamo in uno stato alterato sperimentiamo per lo più l’assenza del normale orientamento generalizzato alla realtà (GRO), vale a dire non stiamo attivamente osservando o non siamo consapevoli del nostro ambiente, e del nostro ruolo in esso (Singer, 1995).

Per molte persone l’ingresso in questo stato di trance è un’esperienza piacevole; rappresenta una tregua ai pensieri dolorosi della vita quotidiana; per indurre questi stati alcuni leader uniscono l’immaginazione della storia con grida, battimani ritmici e danze.

Dott.ssa Giorgia Di Fausto

BIBLIOGRAFIA

Besant, A. (1968). Il potere del pensiero. Roma: Astrolabio.

Cialdini, R.B. (2009). Teoria e pratica della persuasione. Urgnano (BG): Alessio Roberti Editore.

Erickson, M.H. (1987). La ristrutturazione della vita con l’ipnosi. Roma: Astrolabio.

Erickson, M.H., Rossi, E.L., & Rossi, S.I. (1979). Tecniche di suggestione ipnotica. Induzione dell’ipnosi clinica e forme di suggestione indiretta. Roma: Astrolabio.

Hogan, K. (2010). La psicologia della persuasione. Come convincere gli altri a pensarla come te. Milano: Gribuadi.

Singer, M.T. (1995). Cults in Our Midst. Usa: Lyons Falls Pathfinder.

Taylor, E. (2011). Programmazione mentale: dal lavaggio del pensiero alla libertà del pensiero. Vicenza: Edizioni Il punto d’incontro.

 

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