Burnout Genitoriale: cos’è e come evitarlo

Prendersi cura dei figli è un’esperienza incredibilmente positiva che da nuovo significato alla vita ma, al tempo stesso, questo ruolo comporta elevati livelli di stress e responsabilità importanti. I figli sono fonte di gioia ma anche di impegno costante, soprattutto quando sono molto piccoli.

Di solito gli aspetti positivi dell’essere genitori compensano quelli negativi senza creare particolari problemi. Ma che succede quando la richiesta e l’impegno sono eccessivi rispetto alle risorse disponibili? Come dimostrano gli studi, il rischio di burnout genitoriale aumenta considerevolmente (Mikolajczak e Roskam, 2018).

In questo periodo di emergenza, in particolare, i genitori si ritrovano a dover passare molto più tempo con i figli senza potersi prendere una pausa. In molti casi devono destreggiarsi tra vari compiti: prendersi cura dei figli, farli studiare, lavorare in smart-working, fare la spesa, cucinare ecc. L’emergenza inoltre, diminuisce la possibilità di intrattenere relazioni sociali con amici, parenti e colleghi e di ricevere aiuto nella gestione dei figli. A questo si aggiungono anche le preoccupazioni economiche e di salute causate dalla pandemia, completando il quadro dei fattori di rischio di un burnout per molti genitori.

Aspetti centrali

Andiamo a vedere nel dettaglio le caratteristiche di questo fenomeno che recentemente sta attirando l’interesse dei ricercatori.

Il burnout genitoriale consiste in uno stato di intensa stanchezza causata dal prendersi cura dei figli che porta ad essere emotivamente distaccati da questi ultimi e a dubitare delle proprie capacità genitoriali (Roskam, Raes e Mikolajczak, 2017). Il genitore esausto quindi, non è più coinvolto nella relazione con i figli ma si limita agli aspetti funzionali dell’accudimento (lavarli, vestirli, dargli da mangiare ecc.) (Mikolajczak, Gross e Roskam, 2019).

Nello specifico, i ricercatori hanno individuato tre aspetti centrali che caratterizzano questo particolare tipo di burnout (Roskam, I., Raes  e Mikolajczak 2017;  Mikolajczak et al., 2018a):

  • Esaurimento emotivo
  • Distacco emotivo
  • Mancanza di realizzazione personale (sentimenti di inefficacia verso il ruolo genitoriale)

Questi tre fattori sono gli stessi del più famoso burnout lavorativo (WHO), con la differenza che la depersonalizzazione nel burnout genitoriale diventa distacco emotivo, in quanto i genitori non disumanizzano veramente i figli. Nonostante ciò, la correlazione tra le due forme di burnout è risultata bassa o moderata (Roskam, Raes e Mikolajczak, 2017; Kawamoto, Furutani e Alimardani, 2018), quindi non si manifestano necessariamente insieme: si può sviluppare un burnout lavorativo ma non genitoriale e vice versa (Mikolajczak, Gross e Roskam, 2019).

I sintomi comuni alle due sindromi sono: sintomi depressivi, lamentele somatiche, disturbi del sonno e dipendenza da sostanze (Kawamoto, Furutani e Alimardani, 2018). È importante notare che, come evidenziato da recenti studi, il burnout genitoriale è associato in modo più forte rispetto a quello lavorativo a idee di fuga (fuga o suicidio), abbandono del bambino e comportamenti negligenti e violenti nei confronti dei figli. Le violenze e le negligenze non sarebbero correlate allo status socioeconomico della famiglia e possono quindi avvenire anche nelle famiglie più educate e benestanti (Mikolajczak et al., 2018b).

Molti genitori, a causa di questa sindrome, riportano forti sentimenti di colpa e di vergogna per aver sgridato i bambini più del dovuto, per non sentirsi adeguati al ruolo ricoperto o per il desiderio di scappare lasciandosi la famiglia alle spalle (Hubert e Aujoulat, 2018).

Il burnout genitoriale è diffuso tra il 2% e il 12% della popolazione europea con il 18% di madri a rischio (Roskam, Raes e Mikolajczak 2017; Sánchez-Rodríguez, Callahan e Séjourné 2019).

Alcune nuove ricerche mettono in luce la necessità di intervenire in modo tempestivo e se possibile preventivo per aiutare i genitori e di non sottovalutare lo stress a cui i caregivers sono sottoposti.

Cosa si può fare quando i genitori vivono questa condizione? Ecco alcuni consigli da mettere in pratica se si sente che il burnout è vicino.

  1. Migliorare l’organizzazione familiare.

Stabilire delle routine per le parti più importanti della giornata può essere d’aiuto. I bambini possono essere coinvolti in modo attivo e gli si possono delegare alcuni piccoli compiti adatti alla loro età per stimolare l’autonomia e al tempo stesso la disciplina. Quando possibile i compiti devono essere divisi tra entrambi i genitori (co-parenting) per evitare un carico troppo pesante.

  1. Auto-accettazione

È vero che l’ordine aiuta ma attenzione a non cadere nel perfezionismo. Come affermano Kawamoto e colleghi (2018) le preoccupazioni riguardanti il fatto di commettere errori, la ricerca degli standard perfetti e la paura del giudizio altrui sono appunto atteggiamenti che possono esaurire i genitori. Se la casa ogni tanto non è perfettamente in ordine, non è un problema, per i figli è meglio coltivare una sana relazione con mamma e papà.

  1. Cura di sé

Per contrastare gli effetti dello stress sulla salute psico-fisica è importante mantenere una dieta sana e cercare di fare più movimento possibile: l’allenamento potrebbe aiutare con i disturbi del sonno riportati da molti genitori.

Chiaramente non è sempre facile trovare del tempo da dedicare esclusivamente a sé stessi, ma anche pochi minuti al giorno possono fare la differenza. Trovare un hobby, finire un romanzo lasciato a metà, sono piccole cose che aiutano a scaricare la tensione e a staccare la mente anche se per poco.

È importante anche dedicare tempo alla relazione di coppia e alle amicizie. Chiamate una babysitter, uscite anche solo una volta a settimana e cercate di essere presenti e di non pensare ai figli per godervi la vostra meritata uscita.

  1. Chiedere aiuto

Cercare e ottenere il sostegno dei parenti e degli altri genitori nella gestione dei piccoli è molto importante. Un proverbio africano recita: “per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”. È importante ricordare che non si è soli, che ci sono altri genitori che affrontano le stesse situazioni. Coltivare le amicizie e passare del tempo con altri adulti e bambini frequentando parchi, oratori, non isolarsi è importante. Trovare anche solo un’altra mamma o un altro papà con cui dividersi i compiti può fare la differenza.

Quando lo stress arriva a livelli troppo elevati diventa ancora più importante parlare! Il fatto di raccontare la propria esperienza in un ambiente empatico e accogliente può essere di enorme aiuto (Hubert e Aujoulat, 2018).

Se i consigli qui riportati non funzionano  può essere una buona idea cercare l’aiuto di un professionista della salute mentale.

Dott.ssa Lavinia Sebastianelli

 

Bibliografia

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Hill, A. P., and Curran, T. (2016). Multidimensional perfectionism and burnout: a meta-analysis. Pers. Soc. Psychol. Rev. 20, 269–288. doi: 10.1177/ 1088868315596286

Hubert, S., e Aujoulat, I. (2018). Parental burnout: When exhausted mothers open up. Frontiers in Psychology, 9, Article 1021. doi:10.3389/fpsyg.2018.01021

James, M. E. B. I. R., Kapala, J., Gerard, A. F. F., & Mikolajczak, M. (2020). Treating parental burnout: Impact of two treatment modalities on burnout symptoms, emotions, hair cortisol, and parental neglect and violence. Balance28(70.31), 0-91.

Kawamoto, T. K., Furutani, K., e Alimardani, M. (2018). Preliminary validation of Japanese version of the Parental Burnout Inventory and its relationship with perfection- ism. Frontiers in Psychology, 9, Article 970. doi:10.3389/ fpsyg.2018.00970

Le Vigouroux, S., Scola, C., Raes, M. E., Mikolajczak, M., e Roskam, I. (2017). The big five personality traits and parental burnout: protective and risk factors. Personality and Individual Differences119, 216-219.

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Mikolajczak, M., Brianda, M. E., Avalosse, H., and Roskam, I. (2018b). Consequences of parental burnout: a preliminary investigation of escape and suicidal ideations, sleep disorders, addictions, marital conflicts, child abuse and neglect. Child Abuse Neglect. 80, 134–145. doi: 10.1016/j.chiabu.2018.03.025

Mikolajczak, M., Gross, J. J., e Roskam, I. (2019). Parental Burnout: What Is It, and Why Does It Matter?. Clinical Psychological Science7(6), 1319-1329.

Roskam, I., Raes, M. E., e Mikolajczak, M. (2017). Exhausted parents: Development and preliminary validation of the Parental Burnout Inventory. Frontiers in Psychology, 8, Article 163. doi:10.3389/fpsyg.2017.00163

Roskam, I., Brianda, M. E., e Mikolajczak, M. (2018). A step for- ward in the conceptualization and measurement of parental burnout: The Parental Burnout Assessment (PBA). Frontiers in Psychology, 9, Article 758. doi:10.3389/fpsyg.2018 .00758

Sánchez-Rodríguez, R., Callahan, S., e Séjourné, N. (2019). Development and preliminary validation of the Maternal Burnout Scale (MBS) in a French sample of mothers: bifactorial structure, reliability, and validity. Archives of women’s mental health, 1-11.

World Health Organization. (2018). International classification of diseases for mortality and morbidity statistics (11th Revision).

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