L’ascolto: si ha la consapevolezza di quanto sia importante?

di dott. Leonardo Pagano, dottore in psicologia forense

dott. Jacopo Bruni, psicologo forense e dell’età evolutiva

La gente non ascolta, aspetta solo il suo turno per parlare.

Chuck Palahniuk

Se si vuole comunicare qualcosa, bisogna prima essere in grado di ascoltare, concetto diverso dal semplice “sentire”. Con questo termine infatti si intende un’attività sensoriale spontanea mentre ascoltare qualcuno è un’azione più complessa, è l’atto con cui catturiamo consciamente un messaggio dal mondo esterno. Ma non solo, un’altra differenza cardinale sta nel grado di attenzione riposta nell’atto: quando si sente un rumore, ad esempio, non si può decidere di “udire di più” ma, quando si ascolta qualcuno, si può scegliere consapevolmente di farlo con maggiore attenzione. Oggi più che mai sensibilizzare all’ascolto dell’altro è diventato di fondamentale importanza. In un’era in cui la tecnologia e l’egocentrismo sono all’ordine del giorno, in un ambiente in cui è facile distrarsi e perdere l’attenzione, si è sempre più concentrati su di noi e mai sul prossimo. Basti pensare alla tecnologia onnipresente che, se da una parte ha accorciato le distanze della comunicazione rendendo possibile dialogare con persone dall’altra parte del mondo, dall’altra ha portato ad un impoverimento delle relazioni interpersonali, filtrate da uno schermo e caratterizzate da una sempre maggiore assenza di empatia. Si comunica, ma in modo freddo e distaccato, senza realmente interessarsi ai bisogni ed interessi dell’altra persona. Si dialoga ma si ascolta realmente quello che l’altro sta dicendo? Le conversazioni sono istantanee, ma povere di particolari, prive di un’attenzione vera a quello che l’altro dice. Siamo assorbiti solo ed esclusivamente dai nostri problemi e dalle nostre preoccupazioni, al punto di non riuscire a prestare attenzione a chi è intorno a noi. Siamo continuamente distratti da quello che sta accadendo realmente di fronte a noi, distolti dall’unico contatto vero e concreto, quello umano. Incentivati dalla frenesia della vita moderna, siamo spinti ad andare avanti in modo forsennato senza prenderci il tempo necessario per ascoltare effettivamente quello che gli altri hanno da dire. Possiamo continuare a parlare per giorni, mesi o addirittura anni senza essere mai ascoltati veramente. Questo perché sempre più spesso si ascolta l’altro senza prestare attenzione a quello che sta dicendo; se c’è uno scambio di opinioni non ci soffermiamo su quelle altrui, ma ci focalizziamo sulle nostre, senza badare troppo ad altri aspetti che, tramite un ascolto efficace, avremmo potuto cogliere per poter ampliare le nostre vedute.

L’arte del parlare bene è sempre stata valorizzata mentre l’ascolto è sempre stato messo, purtroppo, in secondo piano. Saper ascoltare è fondamentale ma non sempre è facile perché significa sospendere le nostre attività per dedicarci ad un’altra persona con un atto volontario quindi utilizzando delle energie affinché la nostra attenzione sia focalizzata sul prossimo. Non bisogna ascoltare solo le parole che l’altro sta dicendo, ma anche i suoi silenzi e quello che non viene realmente detto. Il silenzio è un momento importante perché può aiutare l’ascoltatore a prestare maggiore attenzione alla comunicazione non verbale migliorando la raccolta del messaggio, ci fornisce il tempo necessario per elaborare il contenuto di quello che ci è stato riferito. D’altra parte, bisogna fare attenzione perché un silenzio troppo lungo potrebbe essere considerato come un segno di dissenso o disapprovazione e, in determinate occasioni, non basta solo rimanere zitti ma è necessario anche parlare, riformulando ciò che l’interlocutore dice per meglio comprendere oppure intervenendo con domande specifiche affinché l’altro abbia la possibilità di spiegare al meglio quello che ha dentro. Altro consiglio utile è quello di tenere a bada la nostra tendenza naturale a correggere o a dare consigli quando non richiesti perché questo potrebbe infastidire il nostro interlocutore o creare una distanza tra noi.

Una differenza importante nel concetto di ascolto sta nell’aggettivo “attivo”. L’ascolto attivo si concentra su un fatto fondamentale: se una persona si impegna nell’ascolto allora considera quello che sta facendo un fatto importante, tanto da bloccare momentaneamente i suoi pensieri ed evitare di dire quello che pensa. Infatti un ascolto di questo tipo prevede la capacità di dedicare completamente la propria attenzione all’ascolto dell’altra persona, cercando di acquisirne il punto di vista per comprendere realmente cosa vuole comunicare e assumendosi la responsabilità di capire cosa sta dicendo, non fermandosi in superficie ma arrivando a fare proprio il punto di vista dell’altro, le sue motivazioni, le sue aspettative e i suoi pensieri, in un’ottica non giudicante. Ascoltare attivamente significa ricostruire i singoli pezzi che superficialmente non cogliamo per poter avere un quadro d’insieme sui reali pensieri ed emozioni del nostro interlocutore. Il tipo di ascolto da prediligere non è quello passivo, bensì quello empatico ed attivo. Questo significa porre la giusta attenzione a quello che l’altro sta dicendo senza interrompere, rispettando le pause e dimostrando interesse reale per i sentimenti altrui. Lo sviluppo dell’empatia non è di certo un processo facile ma, una volta raggiunta l’abilità di saper cogliere le emozioni altrui, saremo in grado di migliorare la comunicazione ma soprattutto di costruire relazioni che siano profonde, durature e significative. Bisogna riuscire ad essere il “contenitore” emotivo dell’interlocutore che abbiamo davanti.

La necessità di essere ascoltati non soffre di limitazioni dovute a barriere geografiche, il bisogno di ascolto è uguale in qualsiasi parte del mondo; chiunque di noi, ovunque si trovi, avverte il bisogno di trovare qualcuno che lo ascolti in modo profondo e genuino, che sappia stare in silenzio ed ascoltare con attenzione e senza giudicare finché chi ha davanti non trovi le parole giuste per poter esprimere i suoi veri sentimenti.

Bibliografia e sitografia

Trevisani, D (2019). Ascolto attivo ed empatia: i segreti di una comunicazione efficace. FrancoAngeli.

Marchi E (2021). Ascolto attivo: capire e farsi capire. Youcanprint, E-book.

https://www.donatabruzzi.it/blog/ascolto-attivo-comunicazione-efficace.html

https://studiosanavio.net/ascolto-attivo/

https://giornatamondiale.it/evento/giornata-mondiale-dellascolto/

https://www.youtube.com/watch?v=XbWmX1V0rmg&t=136s

https://www.blu7.it/evento/giornata-mondiale-ascolto/

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