Il test di Rorschach: un valido alleato dalle mille sfumature

Uno dei test più noti in campo psicologico e spessissimo accostato alla figura dello psicologo insieme al lettino di freudiana memoria è il Rorschach Inkblot Method, comunemente noto come il “test delle macchie di inchiostro”. Questo strumento psicodiagnostico di tipo proiettivo, se somministrato e interpretato correttamente, fornisce informazioni utili rispetto al funzionamento della personalità identificando e valutando aspetti di ordine emotivo, cognitivo e relazionale dell’individuo, sia in termini di punti di debolezza che di forza.

Rorschach ed Exner

Il Rorschach prende il nome dal suo creatore, lo psichiatra svizzero Hermann Rorschach (1884-1922), il quale a causa della sua prematura dipartita non è stato in grado di affinarne e completarne molti aspetti procedurali e interpretativi. Nel tentativo di colmare tale vuoto hanno preso vita differenti Scuole, ognuna delle quali ha mantenuto l’impostazione originaria apportando variazioni e introducendo innovazioni. Agli inizi degli anni Settanta, John Exner (1928-2006) tentò di unificare i cinque principali sistemi di siglatura e interpretazione presenti negli USA, dando vita a quello oggi noto nella comunità scientifica come Comprehensive System (CS). Il Sistema Integrato (o comprensivo) ideato da Exner, con il lavoro di sistematizzazione della somministrazione e standardizzazione dei punteggi, ha assunto adeguate caratteristiche psicometriche avvalorate dalla presentazione di dati normativi e lavori di validità discriminante su campioni vasti e strutturati (3). In altre parole, il CS è “un sistema vivo e mobile” (7) che poggia il test di Rorschach su basi empiriche e standardizzate, avvalorate attraverso un continuo lavoro di ricerca e aggiornamento.

Un aspetto importante da sottolineare rispetto all’utilizzo di tale strumento riguarda proprio l’affidabilità scientifica: i dati più recenti presenti in letteratura, in particolare quelli raccolti dal Board of Trustees of the Society for Personality Assessment (2005) sostengono che il reattivo di Rorschach possieda caratteristiche di attendibilità e validità tali da poter essere posto allo stesso livello di altri reattivi psicodiagnostici ampiamente accreditati. Allo stesso tempo si è potuto osservare che a garantire la validità del test di Rorschach non sia il test in sé bensì la metodica utilizzata.

L’ambito forense

McCann (1998) analizzò sistematicamente l’ammissibilità del test di Rorschach in ambito forense attraverso l’utilizzo di standard sia legali che professionali. Seguendo i tre più importanti test legali per l’ammissibilità, il Federal Rules of Evidence (1992), il Fryetest (1923) e i criteri Daubert (1993), egli riassunse gli standard per l’uso dei reattivi psicologici in ambito giuridico. Il suo lavoro di analisi lo portò a postulare nove criteri di ammissibilità, e concludendo che il Rorschach soddisfacesse gli standard legali e professionali per l’ammissibilità delle prove in ambito legale. In modo particolare McCann basò le sue conclusioni sull’ampia letteratura esistente relativa all’Exner Comprehensive System, poiché questo metodo standardizzato aveva ampiamente documentate le caratteristiche psicometriche attraverso vent’anni di ricerca (2). Pochi altri sistemi possono vantare ad oggi un ampio bagaglio di ricerca e validazione nonché un continuo sviluppo in termini di ricerca clinica e psicometrica (8).

Dopo questa disamina forse un po’ tecnica, la questione relativa alla solidità scientifica di questo reattivo assume ulteriore rilievo in relazione all’ambito applicativo. Il test di Rorschach è uno strumento versatile che difatti può essere utilizzato in diversi contesti: da quello clinico e criminologico a quello medico-legale passando per l’ambito evolutivo (1). La possibilità di applicare questo reattivo a molteplici ambiti e contesti, è giustificato dalle caratteristiche del test stesso, come ad esempio la possibilità di somministrazione a individui di qualsiasi età e la difficoltà a manipolare o falsificare le informazioni e le risposte date.

Va da sé che l’ambito giuridico-forense è sicuramente tra i più delicati e per questo necessita di particolari attenzioni.

Come utilizzarlo?

Nella specificità del contesto giuridico-forense, il test di Rorschach può essere utilizzato sia in ambito civile che in quello penale e non di meno in quello canonico: può essere per esempio utile inserire questo strumento diagnostico in una batteria di test con il fine di valutare la pericolosità sociale di un individuo o le sue capacità genitoriali nei casi di affido di un minore, oppure la mancanza di sufficiente uso di ragione per l’annullamento del matrimonio (6). Va da sé che l’ambito giuridico-forense è sicuramente tra i più delicati e per questo necessita di particolari attenzioni: una somministrazione e un’interpretazione scorretta del test mostreranno risultati poco affidabili e che non rispecchieranno – o distorceranno del tutto – la situazione reale del soggetto. Ora, se lo psicodiagnosta è chiamato a collaborare in ambito giuridico-forense, dovrà fornire risposte a determinati quesiti posti dal giudice, le quali andranno successivamente ad influire sull’emissione di una data sentenza; per questo risulta essere di vitale importanza che l’esperto utilizzi un protocollo Rorschach avente solide basi teoriche ed empiriche, che abbia affinato una certa esperienza e che integri tale reattivo in una batteria di test attraverso un assessment multimetodo in grado di riflettere il più fedelmente possibile il quadro di realtà dell’individuo (6).

È inoltre opportuno, in un clima di incessante evoluzione scientifica e legislativa, che lo psicologo, clinico o forense che sia, si applichi in un continuo processo di formazione e informazione in modo tale da poter garantire un’indagine corretta ed esaustiva nonché di poter difendere il proprio operato da eventuali critiche circa la validità e l’affidabilità degli strumenti da lui utilizzati.

Dott.ssa Carolina Caldieri

Dott. Jacopo Bruni

Riferimenti bibliografici

  1. Abbate L., Porcelli P. (2017). Rorschach Comprehensive System. Manuale di siglatura e interpretazione. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  2. Gacono C. B., Evans III, F. B., Viglione D. J. (2002). The Rorschach in Forensic Practice. Journal of Forensic Psychology Practice, 2:3, 33-53.
  3. Lis A., Zennaro A., Salcuni S., Parolin L., Mazzeschi C. (2007). Il Rorschach secondo il Sistema Comprensivo di Exner. Manuale per l’utilizzo dello strumento. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  4. Meyer, G.J., Viglione, D.J., Mihura, J.L., Erard, R.E. & Erdberg, P. (2015). Rorschach Performance Assessment System. Somministrazione, siglatura, interpretazione e manuale tecnico. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  5. Pacente F., Grattagliano I. (2007). Il reattivo di Rorschach secondo l’Exner Comprehensive System in ambito medico legale e psichiatrico-forense. Rassegna Italiana di Criminologia, 1(3), 170-198.
  6. Zennaro A., Ferro L. (2007). L’utilizzo del Rorschach secondo il CS nel contesto giuridico-forense. In: Lis A., Zennaro A., Salcuni S., Parolin L., Mazzeschi C. (2007). Il Rorschach secondo il Sistema Comprensivo di Exner. Manuale per l’utilizzo dello strumento. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  7. Zennaro A. (2015). Presentazione dell’edizione italiana. In: Meyer, G.J., Viglione, D.J., Mihura, J.L., Erard, R.E. & Erdberg, P. (2015). Rorschach Performance Assessment System. Somministrazione, siglatura, interpretazione e manuale tecnico. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  8. Zizolfi S. (2016). I fondamenti scientifici del test Rorschach: le caratteristiche psicometriche. Rassegna Italiana di Criminologia, 2, 102- 115.

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